D'Alpaos Alba

Alba D’alpaos nasce a Caracas (Venezuela), vive a Pieve D' Alpago (Belluno).

La possiamo definire artista figlia del mondo perché fin dalla più tenera età sono iniziate le sue peregrinazioni con la famiglia in tutto il mondo.

Nasce a Caracas da padre italiano e madre Ispano-cubano, a sei anni, il primo trasferimento in Italia per motivi di lavoro del padre , poi Hong Kong, Spagna, Caracas.

In ogni Stato in cui va prosegue gli studi in lingua italiana.

Ma è pur vero che deve comunicare con gente sempre diversa che parla una lingua diversa della sua ed è forse questo il motivo che la spinge a comunicare in una lingua universale che tutti capiscono, "La pittura" con essa lei riesce a comunicare ogni suo stato d'animo e ogni sua emozione.

Questo mezzo di comunicazione è totalizzante al punto che anche oggi sebbene stabile in Italia il suo carattere è rimasto un po' schivo, riservato e di poche parole; preferisce esprimersi attraverso la sua arte.

Frequenta il Liceo Artistico e ottiene la maturità a Venezia dove fre­quenta anche l'Accademia di Belle Arti, ha lavorato per uno studio pubblicitario a Caracas, ha decorato per negozi di ce­ramiche, stoffa, mobili.

Ha lavorato anche come ritrattista e su richiesta, facendo copie di grandi pittori quali Michelangelo, Tiepolo, Murillo, arricchendo così la sua esperienza studiando le varie tecniche dei pittori del passato.

La sua pittura rimane in ogni caso sempre fedele alla ricchezza dei temi offerti dalla figura e dalla vita umana.

Ama comunicare attraverso i suoi dipinti con una certa "classica modernità", ama De Chirico, Bodini, Klimt, pensa che la pittura intesa come rappresentazione dell'anima e come co­municazione sia finita con loro.

E' dell'idea che per essere pittori, bisogna saper disegnare tutto, sapere dipingere in qualsiasi forma, studiare a fondo i classici e non solo sui libri.

E' triste, quando afferma che la pittura astratta le da un senso di vuoto, di artificiale e di troppo immediato.

Come diceva Ronald B. Ki-taj: "Non ascoltate chi vi dice che i quadri di persone non hanno importanza, c'è molto da fare".

Si è presentata, su invito, sia in mostre personali che collettive, ricevendo ovunque larghi consensi da parte del pubblico e della critica.

Ogni luogo in cui è stata impara qualcosa, lo assimila, lo metabolizza fino a farlo diventare una parte del suo patrimonio culturale, spirituale e umano.

Impara nuove tecniche nuovi giochi di colore ma non si lascia mai lusingare dall'astrattismo la sua arte è vera quasi tangibile deve esprimere una quotidianità di concetti e intenti avvalendosi pur sempre di un simbolismo quasi onirico per esprimere i più remoti sentimenti dell'anima.

Osservando i suoi quadri senza conoscere il suo vissuto si ha egualmente la percezione d un artista singolare , alla ricerca degli antichi valori perduti e del vero senso della vita.

Si nota in lei il cambiamento , l'evoluzione, la sofferenza in questo senso il pennello è molto eloquente perché attraverso mutazioni di colore e di intensità si possono cogliere serenità e angoscia ma in tutto questo vi è un tema sempre dominante che accomuna tutti i suoi quadri il trionfo della vita e della fede sopra ogni cosa.

In molti quadri è presente la croce quale simbolo di sofferenza, speranza, crescita e rinascita.

Ma tornando alla nostra artista ricordiamo che in occasione della XXIII Edizione di Expo Arte Pisa 1999, considerata e valutata la sua opera, le ha conferito Diploma d'onore e medaglia d'oro Gran Premio Pax Mundi per avere contribuito con la sua opera artistica a diffondere sentimenti di pace Amore amicizia e fratellanza tra gli uomini e per gli altri meriti conseguiti nella promozione artistica e cultura.

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