Francis G. Allenby

Francis G. Allenby
Francis G. Allenby

Biografia

Francis G. Allenby è nato a Taranto nel 1960.

Ha conseguito il Diploma di Maturità Magistrale nel 1979, ma non ha mai esercitato questa professione, preferendo ogni altro genere di lavoro.

Comincia a dipingere da bambino e, all’età di 17 anni, raffina la sua tecnica nello Studio d’Arte del maestro Antonio Roberto Nitti.

È stato per poco tempo a Parigi, dove ha incontrato alcuni artisti europei.

Ha anche partecipato a mostre e retrospettive (‘Artisti in piazza’, 1998, ‘Uno sguardo alla Città Vecchia’, 2008).

Francis Allenby è anche l'autore dei caustici TAROCCHI ITALIANI POLITICI 2008, ideati da Antonio Nitti.

 

Fiori di Sicilia - vite per la giustizia – Francis G. Allenby
Fiori di Sicilia - vite per la giustizia – Francis G. Allenby

Lettera di accompagnamento all' opera

" Fiori di Sicilia - vite per la giustizia" di Francis G. Allenby

Taranto, 8 Aprile 2011

Caro Giovanni, questo quadro vuole essere insieme un omaggio ed un atto di amore verso la Sicilia, quella buona, quella vera.

Come sempre ho scelto il tramonto, perché per me è l’ora più suggestiva e struggente, quella in cui i colori si mescolano sulla tavolozza per formare sfondi sempre nuovi.

C’è una montagna che si staglia contro le nuvole rosse che mi ricorda tanto quella che vidi una volta da ragazzo e che ritengo sia uno dei paesaggi più belli della Trinacria: San Vito lo Capo.

Il titolo è, quindi, FIORI DI SICILIA: VITE PER LA GIUSTIZIA e l’idea per il suo tema voleva essere fuori dai canoni comuni, che vogliono i quadri sulla mafia pieni di sangue, di dolore e di drammaticità; ho voluto farne, invece, qualcosa di dolce, mostrando i caduti per mano di cosa nostra come una distesa di fiori di tante specie in un campo baciato dal sole che sta calando: i fiori più belli appunto. I nomi sono tanti, l’elenco, lo sai, è lunghissimo e va indietro nel tempo, ma non ho voluto dedicarlo solo a chi è morto direttamente per mano di chi era parte dell’organizzazione: fra loro ci sono anche tutti coloro che hanno sacrificato le loro esistenze, le loro essenze necessarie per una fede, credendo nello Stato e nella equità fino in fondo. Forse farà sorridere chi non è siciliano; forse ci sarà qualche dubbioso (anche cinico magari) che lo troverà bizzarro o curioso, ma chi non è di questa terra non sa che queste associazioni, e la mafia soprattutto, si esprimono per simboli: per questo ho contrapposto i loro simboli ad altri simboli. Dei fiori ti ho già parlato, ma c’è anche un muretto sbrecciato su cui è dipinta la parola greca ζουν, che significa ‘essi vivono’, e sopra di essi un carciofo tagliato a metà: chi sa che in siciliano il carciofo si chiama ‘cosca’, e che questo termine sta ad indicare l’unione delle loro foglie, strette ed unite come in quel frutto?

Tagliarlo a metà si configura come uno ‘spezzare’ la cosca, e disperderne le foglie.

Infine l’albero, che ricorda quello di Palermo dedicato alla memoria di Giovanni Falcone, ma che nel mio ricordo si associa sempre a quello del suo amico fraterno, compagno di lotta al crimine, Paolo Borsellino.

Ogni fiore di quei rami è una speranza, un desiderio, una aspettativa nel bene: sono i giovani, i ragazzi, i bambini, coloro che costruiranno il futuro.

Fra quei fiori, che vanno verso la luce ed il cielo, pieno di bellezza e di amore, c’è anche il fiore di Roberta.

Ti abbraccio e ti mando un caro saluto.

Francis Allenby

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