Architetto e figlia d’arte per aver assimilato, crescendo al suo interno, la tradizione artistica dello zio Alessandro Prayer e del nonno Mario Prayer.
Concetta Resta da qualche anno va sviluppando una sua personale ricerca pittorica, con risultati che esibiscono, nel segno e nel colore, una individualità dagli aspetti interessanti .
Vive e lavora a Roma.
Mostre recenti
“Prayer e derivati” – Sala convegni del Comune di Giove – Luglio 2010
“Quattro artisti presentano sé stessi” - Palazzetto dell’Arte – Cave – Dicembre 2010\Gennaio 2011
“Rosso fragola” – Nemi – settembre 2011
“Suggestioni …. contemporanee” – Torretta Valadier – Roma – Ottobre 2011
“Quelli degli anni ‘10”-PREVIEW – Galleria Saman – Via Giulia - Roma – Ottobre 2011
“Interferenze emotive” – Galleria Saman – Via Giulia ‐ Roma – Marzo 2012
Concorso “Piccolo Formato 2012” e “Condimaggio 2012” ‐ Galleria Regoladarte ‐Firenze –
Marzo \ Maggio 2012
100 pittori e il sorriso di Roberta – UNICEF Arte – Progetto “Ricostruire l’infanzia nei territori palestinesi occupati” – Paladiana Milazzo 25 -28 maggio 2012
Partecipazione Primo Vernissage “Vanitas” Taranto – Premio speciale “Nostos” – Luglio 2012
In galleria “Menticaldegallery” – Lecce – Luglio\Agosto 2012
Critica
Dipingere è per tutti i pittori una necessità. Padre e madre entrambi coinvolti nel mondo dell’arte.
Suo padre Nicola Resta ingegnere ha notevoli capacità di pittore e la madre Marina Prayer dipinge acquarelli.
Ma la vera origine della sua creatività risale a Mario Prayer, suo nonno, affreschista noto per le sue grandi opere.
Concetta si trova così a convivere con tanti Prayer artisti, siano essi cugini, zii, parenti comunque.
Viene quindi da credere che fosse un’artista ancor prima di nascere: la Natura aveva già predisposto per lei tutte le condizioni esclusive per esprimersi come pittrice.
I suoi dipinti, quasi esclusivamente paesaggi campestri o marini, sono il risultato di una rielaborazione istintiva con intuizioni che si riferiscono al campo della pittura e contemporaneamente, nel segno, a quello dell’architettura.
In definitiva i suoi quadri ci dicono che la realtà è solo uno stimolo che lei modifica a suo piacimento trasformandola e portandola nel suo mondo interiore.
Alessandro Prayer
Esporre delle opere in pubblico significa esternare, far conoscere, in qualche modo, un fatto privato.
Una volta Concetta mi ha detto: " Questi quadri sono fatti solo per me".
Il fatto che sia arrivata al punto di “mostrare” significa, in un certo senso aver avuto la capacità di codificare le sensazioni, i ricordi, i dolori e le gioie in pennellate di colore.
Una sorta di codice che sembrava appartenere solo a lei.
A noi pubblico è data per la prima volta, la possibilità di vedere ed entrare in contatto con una parte del "mondo" privato di Concetta Resta.
Quel "mondo" espresso in un linguaggio artistico che cerca di superare la fase embrionale del dilettantismo, come un baco che si tramuta in crisalide per poi, un giorno, divenire farfalla.
Massimo Rossetti
Ho incontrato il guardiano dei sogni.
E’ stato un lampo, la scoperta di un tozzo di pane azzimo nella tasca capiente.
Il linguaggio del tempo traccia immagini sbiadite, che l’album dei ricordi registra come musica assordante. L’astuccio di legno mescola matite spuntate e un pentagramma di note dolenti.
L’acerba tenerezza investe la camera vuota.
Lo scarabocchio sul foglio, l’impronta sulla tela e lo spartito del silenzio accompagnano il ritorno al nido.
Luigi Pignatelli