Biografia
Gianfranco Castelli è nato nel 1955 a Bologna.
Sin dall'infanzia è stato attratto dalla pittura, nella quale ha visto la grande possibilità di esprimere il suo mondo interiore.
Durante gli anni dell'adolescenza è iniziata la sua ricerca pittorica come autodidatta e a partire dal 1993-1994 sono venuti alla luce i temi pittoricie e le modalità espressive che più profondamente lo caratterizzano.
Presa coscienza della direzione verso cui si stava indirizzando la sua ricerca, Castelli ha avuto occasione di incontrare il pittore Giorgio Zamboni, i cui oli, e il modo di rendere il figurativo,in particolare i ritratti, rispondevano in pieno ai più recenti sviluppi del suo percorso artistico.
L'insegnamento seppur non accademico, ma assolutamente affascinante, segnano una tappa importantissima per la crescita pittorica dell'artista .
Castelli ha avuto per maestro Zamboni dal 1994 al 1998 ,per poi proseguire il suo percorso come autodidatta sino ad oggi.
Vive il figurativo come una sfida tecnica e artistica con cui continua a misurarsi ed è affascinato dai grandi pittori classici, quali Tiziano, Caravaggio, e da molti impressionisti.
Cenni critici
La sensazione che si ha nell'osservare per la prima volta i bellissimi lavori di Gianfranco Castelli,è quella di avere anche fare con un'artista che mantiene una posizione solitaria ed appartata anche rispetto ad una certa espressione figurativa del suo tempo.
Ciò che invece occorre rimarcare, a mio avviso, è l'autentica tensione presente, pienamente avvertibile, nella sua opera, verso una ricerca espressiva che sempre si manifesta per mezzo della pittura: di quei valori, cioè, dipendenti dal linguaggio e da mezzi impiegati.
La pittura di Castelli, nella quale egli cerca, riuscendovi in toto di realizzare un equilibrio classico tra ragione e sentimento, esprime un deciso appello ad andare oltre le apparenze dell'oggetto della figura, attraverso quello che potremmo definire come il visibile naturale, dell'invisibile spirituale.
Questo è il frutto di un atteggiamento verso l'arte che decisamente rifiuta il facile effetto o l'accativante confezione e che in virtù di un sentire tutto personale si fa delicato interprete delle sfumature più impercettibili dell'animo umano e di una certa religiosità della natura.
Luciano Lepri (Giornalista - critico d'arte)
Realismo quello di Gianfranco Castelli, inusuale e fuori da una certa moda simbolica: un segno però, quasi mai fotografico, in quanto la caratteristica principale della sua opera può indicarsi nel lavoro di scavo dei personaggi e delle cose per rappresentarli nella loro essenza originaria.
JeanLuc Umberto Bertoni(Gallerista - critico d'arte )
"... Artista dotato di una rara tecnica pittorica (...) Castelli ha saputo felicemente unire la bellezza della forma un'accurata , minuziosa ricerca itrospettiva.
Il meglio di sè Castelli riesce a darlo nei ritratti, quella forma artistica che per lunghi secoli ha imperato nella storia quando le famiglie reali , i papi , i mecenati commissionavano agli artisti di ritrarre i loro volti , di quell'arte oggi Castelli ha riscoperto tutto il fascino e lo splendore.
SoniaTerzino (Giornalista - Critico d'arte)
" Gianfranco Castelli è eccellente interprete di una pittura , europea del novecento e figurativa per stile, ma assolutamente personale, per le soluzioni e le tecniche espressive messe in atto e sopratutto per l'osservazione dei caratteri, dunque non ascrivibili a stilemi prefissati e limitanti. (..)
Guardando ciascuno dei volti, ciascuna delle espressioni ritratte da Castelli, portiamo con la maggior parte di quelle immagini,ricordandole in modo distinto e inconfondibile e arrivando a un gradevole riconoscimento , quasi famigliare, quasi a una voglia di portarle con noi, a ciascuna sucessiva osservazione. "
Carlo Marchetti ( Critico d'arte )
" L' arte di Gianfranco Castelli rappresenta il vero, sia esso un volto, un paesaggio, una natura morta.
Ciò comporta doti sicure nel disegno e una capacità evoluta nell'uso della tavolozza.
Ma la ripetizione fedele degli argomenti non è l'aspetto più importante delle opere.
Ogni quadro ha una certa intonazione che sposta il lettore dal presente per spostarlo altrove ,dove le luci più intense oppure più lievi tendono a fare lievitare i motivi ad idealizzarli.
L’artista si dedica ,conseguendo esiti di sicuro interesse, alla ritrattistica.
I volti che si affacciano sulle tele, sono come sospesi nella massima quiete, colti in un'espressione solare, nella quale la serenità degli occhi e la luce degli incarnati non parlano solo delle fisionomie ma anche delle indoli.
Franco Riunetti ( Critico d' arte)