Mauro Maffina, settimo di 10 figli cresciuti in un quartiere popolare di Brescia, sembra nato per il mondo dalla fotografia e con l'arrivo
dell'informatica si apre per lui un nuovo mondo da esplorare giornalmente, in continuo movimento.
A 14 anni inizia a lavorare in un negozio di fotografia e fa l'aiutante di bottega fino a i 22 anni, quando con un cognato fonda la Photogroup laboratorio, con cui ha lavorato per Conde' Nast e
Mondadori come stampatore e fotografo, lavorando con fotografi di ogni tipo e ogni nazione per 20 anni.
Nel 2000 con l'arrivo dell' informatica si rimette in gioco, cambia il suo stile e si adatta all'avvento di strumenti rivoluzionari.
Mauro manipola, sperimenta, osa, in un provocante gioco, in un gusto beffardo per la decontestualizzazione di oggetti e immagini che prendono vie traverse, l'artista disegna traiettorie che
mandano fuori strada chi le guarda, spiazzano, danno le vertigini, ogni elaborazione è mediata, ogni scatto della realtà volge ad un verso onirico.
Il problema di tutte la avanguardie è che quando osservi per la prima volta le fotografie non le capisci, non le riconosci.
Mauro sostiene che " l'arte del - per il popolo " deve essere semplice, non riempita di paroloni ma comprensibile da tutti, sopratutto in fotografia, uno strumento complesso che gli intellettuali
conoscono poco , perchè il percorso della fotografia da Analogico è diventato Numerico e questo confonde perchè l'analogico forma l'anima il digitale la plasma in un continuo crescendo di
emozioni.
"Io sono un vero imbroglione e come i Surrealisti preparo strati di immagini che visione nella mia mente,taglio cucio e incollo per un risultato finale che spero che porti allo
spettatore a un piccolo sorriso.
la vita è un gioco,quindi io gioco..."
L'artista ama la vita e la vita di tutti; illustro le sue "Visioni Artigianali", così le chiama, attimi di vita quotidiana, uno specchio dove lo spettatore si rispecchia.
Più passa il tempo più si sento un menestrello che racconta, canta e ascolta la vita degli spettatori.
Mauro non mi considera un artista, e non vuole rubare questo titolo a chi se lo merita di più.
"Sono un lavoratore a cui è stato dato uno strumento, l' informatica e tento di farmi aiutare da questo strumento, a far capire che sono vivo.".