Catia Cannata

Catia Cannata
Catia Cannata

Catia Cannata, nata a Pescara nel 1973, inizia il proprio percorso nell'arte ancora bambina, ricorrendo al disegno come modo di espressione.

Diplomata al Liceo Artistico di Cassino (FR), ha frequentato un corso di tecnico video grafico e uno di Flash Designer a Milano.

Durante gli studi collabora con architetti in studi a Perugia, facendo contemporaneamente esperienza come grafica pubblicitaria e Designer.

Successivamente entra nel mondo dell'edilizia ed abbandona per un periodo il mondo dell'arte.

Dopo alcuni anni di silenzio, ritorna nel 2011, riprendendo un percorso personale, con un'opera dal titolo "Il Passaggio", iniziata il primo gennaio 2011.

Da allora non si e più fermata.

 

 

MOSTRE

2012 marzo Revere (MN) “IL RITRATTO E L'ANIMA ...tra pittura,scultura e fotografia” PALAZZO DUCALE DI REVERE

2012 febbraio Busto arsizio (VA) MOSTRA PERSONALE AL DIVINA CAFFE’ DI BUSTO ARSIZIO

2012 gennaio Milano “39 concorso Internazionale d’arte Epifania

2012″ galleria Eustachi di MILANO

2011 dicembre Milano mostra collettiva GRAFFI a Milano Studio Iroko

2011 dicembre Stra (VE) EXPO INTERNAZIONALE DI ARTI VISIVE “Il richiamo della foresta” VILLA PISANI STRA

2011 novembre Torino collettiva 30×30 LIBERE VARIAZIONI CONTEMPORANEE – GALLERIA ARIELE –

2011 ottobre Milano “ASCO DUOMO” IL DUOMO INCONTRA L’ARTE XXXII EDIZIONE- MILANO

2011 settembre Abano Terme (PD) Esposizione collettiva “ABANO LE TERME DELL’ARTE” 5° edizione

 

 

Dicono di lei

CATIA CANNATA - “ALLA RICERCA DEL LINGUAGGIO”

A BUSTO ARSIZIO AL CAFFE’ DIVINA DALL’1 FEBBRAIO AL 6 MARZO 2012

All’incontro al Caffè Divina del 9 febbraio ci sono stato anch’io: perché è bello conoscere quel che pensa e ci racconta Catia Cannata.

Esplosa da non molti anni al linguaggio pittorico, l’artista Catia sta irrompendo nel mondo dell’arte con un vigore ed una decisione veramente rari.

Sicuramente convinta della sua “ricerca” traspaiono già dagli “assaggi” su tela, esposti al Caffè Divina, e la forza e la spontaneità e la naturalezza.

Tante considerazioni si potrebbero fare analizzando l’eros delle opere: e non poco, scrutando le figure nude ed essenziali.

In definitiva la sua mi pare una ricerca di un linguaggio nuovo, immediato, fatto di simbologia cromatica, di esasperazioni descrittive, di delicate note musicali, e quasi profumate: un modo per essere insieme quasi immersi negli spazi, nelle figure e nei gesti.

Ed ho sognato come d’essere al “teatrino speciale degli ominidi” di Catia Cannata; ma gli scenari astratti, verticali, fondali e schermi non si sviluppano a creare l’obsoleta visione prospettica; bensì su piani orizzontali (contrapposti ad alcuni segnali prospettici) in un linguaggio “piatto” di colori, come a ricercare un nuovo spazio su più dimensioni, tattili e cromatiche.

In questo spazio “nuovo” si muovono le “fu marionette”, oggi gli “ominidi” di Catia: ominidi maschi e femmine, sono essenziali e sono nudi: nella spasmodica ricerca dell’essenzialità umana.

I corpicini, fili di pelle e ossa, e le grandi teste che nascono da una profonda conoscenza del soggetto rappresentato, ti osservano in atteggiamenti ieratici, seduti, sdraiati: ma ti guardano e si guardano con occhi attenti, arguti: e si lasciano penetrare: e qui nasce il silenzioso linguaggio, la “scoperta” di Catia.

Una scoperta che darà sicuramente risultati inaspettati. Sto con il fiato in sospeso, in attesa delle prossime “storie-favola”.

Busto Arsizio, 07.02.2012

Dott. Arch. Paolo Torresan

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